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OTIN- FIORIN PIE' FRANCO 2016 BAROLO GIUSEPPE CAPPELLANO

GIUSEPPE CAPPELLANO
1.500,00 €
Tasse incluse

"Otin Fiorin - Piè Franco" è un vino robusto e dinamico, di grande intensità, nato da vecchie viti a piede franco del cru Gabutti. Sentori densi e polposi, con note di spezie, liquirizia e pepe nero, si fondono in una trama complessa e intensa. Ritorno alle origini del Barolo. Vino fatto come una volta con metodi artigianali

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 “Otin Fiorin – Piè Franco” è un Barolo imbottigliato e prodotto dalla cantina Cappellano, monumento dell’enologia piemontese, che fin dal 1860 vede una gestione famigliare e che è ricordata per aver contribuito alla nascita dell Barolo Chinato. Negli anni cinquanta la maggior parte dei terreni è stata frammentata, oggi solamente cinque ettari sono ancora della famiglia Cappellano, ma sono sfruttati al meglio, prediligendo piccole produzioni ma grandissima qualità. Questa bottiglia rappresenta un ritorno alle origini, la capacità di donarci un vino elegante e perfetto, difficile da dimenticare.

Il Barolo “Otin Fiorin – Piè Franco” è ottenuto da uve Nebbiolo in purezza provenienti da antiche piante a piede franco, ovvero senza innesto americano post fillossera; caratteristica particolarmente rara che rende questa bottiglia già di per sé rara e unica. La vigna è sita a Serralunga d’Alba, nelle Langhe, zona vocata alla produzione di questa tipologia di vini. Le viti sono coltivate seguendo la tradizione di famiglia; senza utilizzo di diserbanti e prodotti chimici, scegliendo la strada dell’agricoltura biologica rispettando natura e territorio. In cantina la vinificazione prevede che la fermentazione a contatto con le bucce sia spontanea con lieviti indigeni e l’affinamento sia lungo, almeno 18 mesi, in botte grande in modo da ammorbidire e arricchire il liquido senza stravolgerne le caratteristiche intrinseche date dalla qualità dei grappoli.

Il Barolo della cantina Cappellano affascina per il suo colore rosso rubino limpido e trasparente con riflessi granati tipici. Al naso è elegante ed emozionante; si passa da caldi sentori di frutta rossa come ciliegia e prugna in accostamento a note fini di fiori per poi virare su profumi più terziari di liquerizia, cioccolato e pepe nero che stuzzicano il naso e ci catapultano in un viaggio nel passato. In bocca è robusto e dinamico, il tannino, ben presente, non infastidisce il palato ma lo avvolge e lo coccola invogliando la permanenza nella cavità orale. Un vino che dopo anni è ancora fresco e intensamente piacevole. Un’evoluzione all’indietro per usare le medesime parole di Teobaldo che ha deciso, negli anni ottanta, di produrre un vino che fosse la mera rappresentazione della passione e della tradizione di questa famiglia.sfida all’omologazione, un ritorno alle origini.
Era la seconda metà degli anni Ottanta quando Teobaldo Cappellano mise in pratica quella che per molti era una follia, vale a dire la decisione di mettere a dimora nel vigneto Gabutti alcuni filari di nebbiolo Michet a piede franco, il sistema in uso prima della diffusione dell’innesto americano dovuta alla comparsa della filossera.
Un’evoluzione all’indietro, per usare le parole dello stesso Teobaldo, dettata dal desiderio di restituire in qualche modo il Barolo a se stesso e a un’idea di purezza; ma anche un omaggio al nonno Giovanni, che visse i suoi ultimi giorni in Africa adoperandosi per capire quanto ci fosse di inevitabile nell’adozione del nuovo sistema e per cercare vitigni resistenti al terribile parassita.
Furono in tanti a scommettere sul fallimento di questo tentativo, persuasi che in breve tempo la filossera avrebbe attaccato le viti piantate a piede franco: invece quei filari sono ancora lì, integri e sani, fieri come un inno al coraggio e all’utopia.
Il vino che ci regalano è un Barolo “irregolare” e seduttivo, straordinario in quanto a complessità e intensità, che ci restituisce l’inconfondibile imprinting del territorio di Serralunga al netto di pose e affatturazioni.